Domenica 11 dicembre si è verificata l’esplosione nella Chiesa Al-Boutroseya, un attentato terroristico devastante che ha scosso tutte le coscienze del mondo.
I figli fedeli della Chiesa Al-Boutroseya hanno vissuto sulla loro pelle uno di quei giorni in cui le mani del terrorismo uccidono a sangue freddo anime innocenti!
E’ chiaro che ogni atto terroristico rivolto alla Chiesa è un atto rivolto al cuore dell’Egitto con cui gli si vuol togliere la vita. Mi tornano in mente le dure e brutali vicende dell’attentato che ho vissuto personalmente dal primo momento, e che sono state documentate minuto per minuto in video dall’emittente televisiva MESAT. Tali scene non sono state trasmesse a causa della loro crudezza e brutalità, ma io stesso ho partecipato con la gente e gli uomini dell’ambulanza a portare i feriti e le salme dei martiri dentro le ambulanze.
Tutti noi egiziani amiamo il nostro Paese e insistiamo sulla necessità di una sinergia affinché sia concessa la pace all’Egitto e sia ristrutturato tutto il Paese. Sono sicuro che con l’aiuto di Dio e con l’amore e la fedeltà del popolo egiziano, questo Paese potrà superare tutte le sue crisi.
Le pagine della Storia testimoniano con tutta evidenza che l’Egitto ha immolato un numero infinito di martiri in varie epoche. La terra dell’Egitto è stata irrigata dal sangue puro dei suoi martiri! Perciò il mio Paese è fonte di benedizioni per tutto il mondo.
Poiché la morte è la strada che ci porta alla vita dell’aldilà, noi preghiamo dicendo ”non è una morte per i tuoi servi, Signore, ma è un passaggio”. Questa è la nostra fede, in quanto la morte è un passaggio da un luogo a un altro, da una vita a un’altra, da una compagnia a un’altra. La morte per noi è il ponte d’oro che lega due vite.
A tale proposito ricordo quello che ha detto il fratello di una delle martiri di Al Boutroseya: “Noi siamo felici quando veniamo scelti dal Signore, perciò baciamo la polvere del luogo che ci permette di arrivare alla vita dell’Aldilà. Rigraziamo queste persone che ci fanno arrivare al Signore. Il nostro regalo a questi terroristi è la nostra fervida preghiera perché si trasformino in persone buone come Saulo di Tarso che si è trasformato in San Paolo. Noi qui sulla terra viviamo un periodo di alienazione. Mia sorella è arrivata nel posto più bello e sicuro, cioè dal Signore, perciò la nostra felicità è indescrivibile“.
Sì, i nostri martiri vivono adesso in una felicità indefinibile e se gli avessimo chiesto di ritornare a vivere sulla terra, avrebbero sicuramente rifiutato.
Sono vicino alle sofferenze e al dolore profondo e difficile delle famiglie dei martiri, loro sono veri e autentici egiziani. Hanno amato questo Paese in cui sono nati e hanno vissuto, e che hanno servito. Stringiamo le mani a queste famiglie e diciamo loro: beati voi perché avete ora degli intercessori in cielo che pregano per tutto il mondo. Chiediamo anche al Signore che conceda una rapida guarigione ai feriti.
Non devo dimenticare di ringraziare il Rettore dell’Università di Ain Shams, Prof. Abdel WahabEzzat, tutti i docenti universitari, i medici dell’Università e tutto il personale per la loro instancabile collaborazione, il coinvolgimento e la fattiva partecipazione sin dal primo istante dopo l’attentato.
Vorrei anche ringraziare tutti gli uomini della Sicurezza dello Stato che hanno condiviso con noi questo nostro dolore profondo e prima di tutti rivolgiamo i nostri più vivi ringraziamenti al Presidente Abdel Fattah Al Sisi, pregando il Signore perché gli dia la forza e la vittoria in tutte queste guerre spietate.